Didattica e metodologie didattiche
La didattica è la scienza che definisce i metodi e le tecniche per insegnare. Nell’uomo l’apprendimento, pur essendo un processo spontaneo, avviene soprattutto mediante attività di insegnamento, cioè metodologie didattiche volte a precise finalità (imparare a leggere e scrivere, prepararsi a esercitare una professione, apprendere una nuova lingua e così via). Per ciascuna finalità si devono individuare metodi appropriati e questo è proprio il compito della didattica. I metodi di insegnamento hanno subìto una notevole evoluzione attraverso le epoche storiche.
I progressi recenti nel campo delle tecnologie della comunicazione hanno arricchito il patrimonio di strumenti usati per l’insegnamento, dando un potente impulso allo sviluppo della didattica.
La didattica, quindi, è la scienza dei metodi per insegnare; elabora e sperimenta procedimenti, tecniche e strumenti da applicare all’istruzione. (Treccani – Enciclopedia dei ragazzi)
L’inclusione scolastica rispetta le necessità o le esigenze di tutti, progettando ed organizzando gli ambienti di apprendimento e le attività, in modo da permettere a ciascuno di partecipare alla vita di classe ed all’apprendimento, nella maniera più inclusiva, autonoma ed utile possibile (per sé e per gli altri).
Ma che cos’è, quindi, una didattica inclusiva?
Una metodologia didattica inclusiva è un modo di insegnare equo e responsabile, che fa capo a tutti i docenti e non soltanto agli insegnanti di sostegno, ed è rivolta a tutti gli alunni, non soltanto agli allievi con Bisogni Educativi Speciali (BES).
Tutti i docenti, individualmente e raggruppati in consigli di classe, devono essere in grado di programmare e declinare la propria disciplina in modo inclusivo, adottando una didattica creativa, adattiva, flessibile e il più possibile vicina alla realtà.
Questo comporta il superamento di ogni rigidità metodologica e l’apertura a una relazione dialogica/affettiva, che garantisca la comprensione del bisogno e l’attuazione di risposte funzionali.
Il ruolo dell’insegnante nella didattica inclusiva
- Adottare un modello di insegnamento democratico fatto di strategie e metodologie adeguate ai bisogni che favorisca la comunicazione interattiva con i propri alunni affinché essi possano passare da un ruolo più passivo, inteso come ascoltatori passivi e fruitori di informazioni, tipico del modello autoritario, a uno più attivo e partecipativo;
- Permettere ai propri alunni di esprimere serenamente le loro idee senza paura di sbagliare o essere giudicati o censurati.
- Valorizzare la partecipazione con stimoli fungendo da modello esperto per gli allievi e mostrando loro come utilizzare e generalizzare le varie strategie.
Un buon clima di classe favorisce un buon apprendimento
La classe inclusiva va vista come una micro-società che si organizza in modo democratico per vivere meglio. Dove la realizzazione interpersonale è fondata su valori condivisi sia dagli alunni che dagli insegnanti.
Un clima scolastico maggiormente inclusivo permette a tutti di sentirsi accettati, capiti, valorizzati. Sviluppa il senso di appartenenza, di interdipendenza positiva e di forza.
L’apprendimento è un processo attivo di interiorizzazione della conoscenza dal contesto sociale a quello personale. Le conoscenze hanno una base sociale e le competenze si sviluppano inizialmente dagli scambi, dalle relazioni, dai legami che si costruiscono nella classe, nella scuola, nel territorio.
Nella didattica inclusiva entrano in gioco
- Il problema specifico
- Il modo in cui il soggetto risponde a quel problema
- Il contesto che può divenire parte del problema o concorrere alla soluzione
- Gli interventi non sono soltanto sul soggetto, ma soprattutto sul sistema che viene pensato in ogni sua variabile per accogliere tutti.
Creare un contesto inclusivo
La didattica inclusiva, che si qualifica come una didattica di qualità per tutti, ormai da tempo ha smesso di essere considerata come una corsia d’accesso solo per allievi BES.
Possiamo considerarla sempre più come uno stile d’insegnamento, un orientamento educativo e didattico quotidiano che si prefigge di rispettare, valorizzare e capitalizzare le differenze individuali presenti in tutti gli allievi.
Con una particolare attenzione alle situazioni in cui tali differenze creano consistenti barriere all’apprendimento e alla partecipazione alla vita sociale.
I 4 fondamenti della metodologia didattica inclusiva
Collaborazione
Il principio dell’inclusione a scuola si concretizza solo in presenza di una forte collaborazione e co-partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel raggiungimento di questo ambizioso traguardo. Un principio destinato al fallimento se resta solo il frutto di qualche insegnante particolarmente volenteroso impegnato a creare piccole “isole felici”, dentro una scuola che alimenta altre priorità.
La scuola inclusiva è, al contrario, una comunità dove tutti, dirigenti, insegnanti, allievi, personale scolastico, famiglie, enti locali, servizi, diventano potenziali agenti di reali cambiamenti culturali, metodologici, didattici, organizzativi e strutturali.
La collaborazione tra tutte queste figure e tra i differenti sistemi si gioca proprio sulla loro capacità sinergica di saper accogliere e valorizzare le differenze individuali, così come di eliminare ogni ostacolo fisico, metodologico, curricolare, sociale ed emotivo alla partecipazione sociale e all’apprendimento, senza lasciare nessuno indietro.
Progettazione
Una didattica inclusiva è una didattica pensata, progettata e pianificata, sin da principio, sulla base delle variabilità individuali. Capace di essere accessibile per tutti gli allievi e non solo per alcuni che appartengono a specifiche categorie. Progettare in modo inclusivo significa pensare, qualsiasi sia la disciplina scolastica o il contenuto da veicolare, a forme di insegnamento personalizzato, multi-modale e multi-livello.
Perché ogni allievo affronta l’apprendimento a livelli e modi differenti, evitando così “emergenze di percorso” che costringono, a posteriori, a modificare quanto progettato per una “classe ideale”.
Evitando così inutili sprechi di tempo e perdite di efficacia dell’azione didattica stessa. Una didattica mal progettata e mal condotta può correre il rischio di creare essa stessa ostacoli all’apprendimento.
La didattica inclusiva si prefigura, dunque, come uno “stile” di insegnamento innovativo e flessibile che facilita la partecipazione, la valorizzazione e il successo formativo di tutti gli allievi.
Efficacia
La didattica che include sfida gli insegnanti a sviluppare un vasto repertorio di strategie didattiche considerate efficaci. Non solo per allievi con bisogni speciali, ma per tutti. Si tratta di strategie che si sono dimostrate, in situazione di ricerca controllata, efficaci nel condurre ai risultati desiderati in una determinata popolazione di studenti.
Ciò significa che ogni insegnante può migliorare la sua efficacia, prima di tutto conoscendo e poi utilizzando, monitorando e valutando la migliore evidenza disponibile. In modo da aiutare gli allievi a diventare anch’essi studenti più efficaci. Numerose sono le ricerche che mostrano quanto le strategie meta-cognitive, cooperative, il rafforzamento delle competenze sociali ed emotive.
Nonché la creazione di un positivo clima di classe, siano essenziali ad una didattica di tipo inclusivo. Sviluppare un ampio repertorio di strategie efficaci è indispensabile a patto che queste riflettano la conoscenza delle caratteristiche, delle necessità degli studenti e delle circostanze ambientali. Nonché le conoscenze e abilità professionali e personali degli insegnanti.
Relazioni ed emozioni
Oltre alla dimensione dell’efficacia rispetto a scelte e azioni metodologico-didattiche da compiere, un insegnante inclusivo non può dimenticare la parte delle sue competenze relazionali ed emotive. Numerose ricerche mostrano quanto l’atteggiamento mentale appropriato degli insegnanti. L’“esserci”, la vicinanza emotiva e la capacità di dare feedback appropriati e positivi agli studenti, sono elementi decisivi per il loro successo scolastico e la creazione di un buon clima di classe.
Non passa giorno senza il quale agli insegnanti non sia chiesto di esercitare capacità di tipo relazionale ed emotivo (attenzione alla propria sfera emotiva, quella degli allievi, gestione di momenti di rabbia, etc.).
La formazione degli insegnanti rispetto alle loro abilità sociali ed emotive, in un contesto di scuola inclusiva, non può essere certamente sottovalutata. La qualità del clima della classe è determinante per la riuscita degli studenti, che imparano meglio quando si trovano in un ambiente emotivamente sicuro e prevedibile, che li motiva e li stimola verso obiettivi positivi ed inclusivi.