Il mestiere del formatore: agire per un obiettivo comune
Il ruolo del formatore si distingue per l’azione mirata a un fine preciso, attorno al quale si organizzano risorse e competenze. L’impegno è volto a colmare il divario tra le competenze necessarie per raggiungere un obiettivo e quelle attualmente possedute. Un formatore, specialista nella formazione della forza vendita, ad esempio, assume la responsabilità di guidare i partecipanti verso risultati più proficui.
Il lavoro: traduzione delle competenze in opportunità
Il concetto di “lavoro” rappresenta la sintesi delle competenze acquisite attraverso investimenti, talvolta onerosi, orientati non verso una certezza, ma verso una possibilità. Un ente, ad esempio, alla ricerca di figure formative, può scegliere tra diverse professionalità qualificate mediante un processo selettivo basato su parametri ben definiti.
Il formatore: un artigiano dell’apprendimento
Ma chi è realmente il formatore? Per comprenderlo, possiamo prendere in considerazione l’esempio del sarto. Un sarto non è solo chi conosce le stoffe e sa come tagliarle, ma colui che, con creatività, è in grado di vestire una persona in modo adatto ai suoi difetti fisici, attraverso l’uso di materiali, colori, tagli e cuciture che ne esaltano l’individualità. Il formatore, analogamente, mette la persona al centro del processo formativo, personalizzando corsi, stage e seminari in base alle esigenze del cliente e degli obiettivi prefissati.
Il mestiere più bello del mondo: creatività, originalità ed etica
Defininiamo il mestiere del formatore come “il mestiere più bello del mondo” grazie alla sua richiesta di originalità, creatività e radicalità. A differenza del lavoro, il mestiere del formatore non si sottomette all’opinione del committente o alla conformità legale, ma si basa sull’opinione e sull’azione di chi cerca di raggiungere uno scopo, mettendo in gioco cultura, sensibilità e professionalità certificabile.
La formazione rappresenta una delle massime espressioni dell’etica,affrontando le radici e i cuori dei problemi. Diversamente dalla legge, che stabilisce a priori cosa sia giusto e sbagliato, la formazione offre uno spazio neutro di discussione aperta, dove la collaborazione di tutti, indipendentemente dal ruolo, porta al beneficio comune dell’azienda o dell’organizzazione.
Guardare oltre le tendenze: il ruolo imprescindibile del formatore
In un’era dominata dalla tecnologia e dalla sostituibilità delle persone, la formazione deve resistere alle mode, agendo con lezioni di “craftsmanship” per coloro che credono di avere il controllo. Il formatore deve anticipare la tecnologia della formazione stessa, al fine di superare l'”ignoranza informata” che caratterizza il nostro tempo. In questo contesto, il “non mestiere” si trasforma nel “mestiere più bello del mondo”, un’arte dalla definizione incerta ma intrinsecamente affascinante.