Il Patronato San Vincenzo
L’Associazione Formazione Professionale del Patronato San Vincenzo, è un ente accreditato dalla Regione Lombardia (con sede a Bergamo, Clusone ed Endine). L’ente svolge attività di formazione professionale, di educazione e di promozione sociale, dedicando particolare attenzione ai giovani.
Dal 2010 si è dotata di un ufficio di progettazione europea, al fine di ampliare le principali aspirazioni su cui si basa il lavoro dell’ente. Potere offrire ai giovani maggiori opportunità di inclusione nel mondo del lavoro non solo a livello locale, regionale e nazionale ma anche a livello comunitario. L’AFP Patronato San Vincenzo, è coinvolto in molteplici progetti europei.
Digital Media Literacy for Youth Employment and Social Realisation
Una delle iniziative in cui il Patronato è coinvolto è il progetto “Digital Media Literacy for Youth Employment and Social Realisation” (acronimo YDML). YDML è stato finanziato grazie al programma Erasmus+ Key Action 2 in the field of Youth Capacity Building. Il progetto nasce con l’intento di fornire un adeguato sostegno agli educatori, formatori, pedagoghi, esperti dei media e altri professionisti del partenariato. Tutti coloro quindi che si impegnano a sviluppare le capacità e le competenze dei giovani nel campo dell’alfabetizzazione digitale (DML).
Contenuti & Obiettivi
I giovani sono i principali “consumatori” di contenuti online. Paradossalmente, sono anche meno abili nel discernimento delle informazioni o dei materiali con cui “entrano in contatto”. Infatti, la finalità del progetto è proprio quella di instillare una maggiore consapevolezza e senso di responsabilizzazione nell’utilizzo degli strumenti multimediali al fine di comprenderne i valori e i disvalori.
Studenti, formatori e ed educatori necessitano di acquisire una maggiore competenza per poter garantire un uso consapevole e corretto delle tecnologie multimediali. I cinque partner del progetto (Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovenia, Italia e Sudafrica) hanno elaborato un programma di formazione per incentivare esperienze di apprendimento e promuovere l’alfabetizzazione digitale (Netiquette; Research skills e Creating original content).
L’uragano Covid-19
Dall’1 al 7 marzo, in Sudafrica, si sarebbe dovuta svolgere la prima attività di mobilità per i docenti. Questa sarebbe dovuta essere un’attività di formazione, o meglio un’occasione di confronto per gli stessi, durante la quale sarebbe stato possibile condividere le pratiche digitali che ogni docente utilizza all’interno delle proprie classi, compararle, cercando di comprendere ciò che manca ed, infine, sperimentarne delle nuove.
Ogni cosa era stata accuratamente organizzata; era stato programmato e svolto un iter di selezione dei docenti che aspiravano a partecipare. L’entusiasmo era tangibile e “travolgente”.
Ma, sfortunatamente, i piani sono stati stravolti dalla rapida diffusione del Covid-19 che si è “abbattuto” sull’Italia, e sulla Lombardia in modo particolarmente violento, quasi come se fosse un uragano. La similitudine non è del tutto casuale; infatti, dal 23 febbraio la situazione è iniziata a precipitare vertiginosamente, obbligandoci a cambiare le nostre abitudini; costringendoci ad uno stile di vita differente (sicuramente più difficile e complesso), lasciando le città vuote e silenziose. Proprio come apparirebbero dopo una tempesta: uno scenario desolato e privo di colori.
Nonostante le speranze, forse illusorie, di poter ritornare alla normalità, ai docenti italiani (al contrario dei docenti provenienti dagli altri paesi partner) che avrebbero dovuto prendere parte all’attività in Sudafrica, non è stato concesso partire in quanto la situazione, in Lombardia in particolare, in quei giorni si palesava in tutta la sua drammaticità. Ma, ormai, il Virus iniziava a far paura anche agli altri paesi, molti dei quali hanno ritenuto fosse più prudente sospendere i voli “da e per l’Italia”.
Il lavoro e la dedizione per superare gli ostacoli
Questo, però, non ci ha impedito di portare avanti le attività con la stessa solerzia e dedizione di sempre (i docenti hanno partecipato, seppur in remoto, ad alcune fasi dell’attività in Sudafrica). Si è continuato a lavorare “da dietro le quinte”, in un modo quasi diverso; dico quasi perché i dispositivi digitali sono tra i principali strumenti del nostro lavoro ma, ad oggi, si sono rivelati fondamentali in quanto, nonostante le varie e nuove difficoltà incontrate, ci permettono di portare avanti le diverse attività del progetto.
Attraverso i computer abbiamo mantenuto quel filo invisibile, ma resistente, necessario, e ci siamo aggrappati con tutte le nostre forze per sentirci più vicini e poter condividere la quotidianità e riuscire a trasmettere, seppur attraverso un freddo schermo, un nuovo modo di comunicare e perché no anche di vivere; una realtà virtuale che ha preso il posto di quella reale, imponendosi ogni giorno di più.
Questo nuovo approccio lavorativo da un lato ha richiesto una maggiore empatia, poiché la cooperazione/collaborazione è diventata sempre più virtuale, dall’altro ha rafforzato il concetto – su cui il progetto si incentra – ovvero lo sviluppo di una maggiore consapevolezza digitale.
A cura dell’Ufficio Progettazione
AFP Patronato San Vincenzo