Gap tra Formazione Professionale e Scuola
Viviamo un momento particolare, drammaticamente unico nel suo genere, mai vissuto nella storia repubblicana italiana. Anche le Olimpiadi, simbolo di speranza, pace ed unione tra i popoli, si fermano e c’è la corsa a chi è più solidale con l’altro. Ebbene si evidenzia in modo sempre più marcato il gap tra Scuola e Centro di Formazione e tra Istruzione e Formazione Professionale.
Riordino delle qualifiche ed il Ministro Azzolina
Solo a luglio dello scorso anno era stato firmato il nuovo riordino delle qualifiche, con lo scopo precipuo di equiparare queste due realtà. Attualmente ci sono in tutto il paese circa 170.000 ragazzi e giovani italiani che frequentano i percorsi di IeFP, IFTS e ITS. Nel discorso al Senato della Repubblica la Ministra Azzolina non ha menzionato in alcun modo la realtà della Formazione Professionale, una realtà attiva, solidale, che ha un’attenzione particolare all’aspetto umano e che fa di questo la sua mission.
IeFP e diritti
Oltre 150.000 di loro frequentano i percorsi per la qualifica ed il diploma professionale di IeFP, che fanno parte del sistema educativo di istruzione e formazione italiano, come le scuole secondarie superiori. Sono quindi ragazze e ragazzi che devono assolvere l’obbligo di istruzione e il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. I percorsi IFTS completano la filiera e gli ITS sono complementari all’Università nel segmento del Terziario. Anche a questi ragazzi andrebbero garantiti gli stessi diritti degli alunni che frequentano le scuole statali e paritarie.
Più attenzione agli enti di formazione professionale
E’ necessaria un’attenzione specifica agli Enti di Formazione Professionale accreditati dalle Regioni, e in quanto tali facenti parte del sistema educativo pubblico, duramente colpiti dall’emergenza sanitaria e tuttavia attivamente impegnati nel proseguire il loro servizio formativo da remoto in favore di allievi spesso molto esposti al rischio di dispersione scolastica e di disagio sociale. Ci sono tanti esempi di “buona formazione” che andrebbero valorizzati e promossi al fine di condividere, anche con la scuola pubblica, quelle buone pratiche di cui tanto si sente parlare, ma che troppo spesso sono in realtà oscurate o ritenute di secondo o terzo livello e che adesso si rivelano per quello che sono e che sanno fare.
IeFP soluzione post-Coronavirus?
Ricordiamo che nonostante le politiche comunitarie volgano la loro attenzione verso l’istruzione generale e superiore, quasi il 50% degli studenti europei frequentano un percorso IeFP. Una minore considerazione comporta anche minore visibilità, causando una cattiva percezione della formazione professionale. L’IeFP viene concepita troppo spesso, dalle famiglie, come ultima scelta per gli studenti. Durante questa crisi socio-sanitaria, il sistema dell’IeFP potrebbe rappresentare un supporto fondamentale nel prevenire la disoccupazione giovanile e nell’integrare i giovani nel Mercato del lavoro.