Verso un ecosistema della formazione e della produzione
Il 21 febbraio 2020 ha segnato l’inizio di un periodo difficile e disgregante per l’Italia colpita, come altri Paesi, dalla sempre maggiore diffusione del virus COVID-19. La provincia di Bergamo è stata tra le aree più colpite dall’emergenza e le conseguenze della pandemia sono state drammatiche sia in termini umani che di impatto a livello socio-economico.
Tra tutte, la sospensione dei servizi educativi delle scuole di ogni ordine e grado è stato sicuramente il provvedimento che ha avuto un impatto profondo e immediato nella vita del Paese. Solo da poco tempo le famiglie italiane hanno potuto ritrovare, anche se parzialmente, una parvenza di normalità e solo recentemente i giovani hanno potuto ritrovarsi nei loro luoghi di educazione, formazione, confronto e crescita.
Le ragioni del progetto
In un contesto sociale difficile come quello del lockdown, l’Associazione Formazione Professionale del Patronato San Vincenzo ha scelto di trovare nuovi modi per stare vicino ai propri allievi, creare situazioni di normalità, di condivisione e di collaborazione volti a mitigare gli effetti negativi di un isolamento forzato e di una “distanza sociale” che hanno provocato bruschi cambiamenti nelle relazioni che collegano gli enti di formazione, gli allievi, le famiglie, i lavoratori e le aziende di uno stesso territorio.
AFP Patronato San Vincenzo, ha puntato a gestire in modo proattivo l’emergenza sociale e a preparare il terreno per la fase di ricostruzione successiva. Da questa strategia, è nata l’iniziativa “Wide-Spread Lab: laboratori diffusi per ripartire insieme” basata sull’idea che l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) non è totalmente assimilabile ad altri percorsi educativi e formativi di tipo scolastico-teorico. La IeFP è profondamente legata a un territorio, trova la sua forza nelle relazioni esistenti con le imprese che in tale territorio operano e, in coordinamento con questi attori, sviluppa percorsi di formazione fortemente orientati all’esperienza, alla pratica in laboratorio e all’apprendimento situato.
Per queste ragioni, “Wide-Spread Lab: laboratori diffusi per ripartire insieme” ha adottato due prospettive, crescita personale dell’allievo e sviluppo socio-economico del territorio, che, specialmente nel mondo dell’IeFP, vanno tenute in debito conto e non possono essere affrontate in modo non coordinato.
Con questa iniziativa, l’ente promotore ha sviluppato azioni volte a individuare preventivamente e gestire tutte quelle situazioni di povertà educativa minorile che caratterizzano una percentuale rilevante degli allievi di percorsi di Istruzione e Formazione Professionale. Tali situazioni di fragilità, che già normalmente sono difficili da affrontare in un’ottica di alleanza scuola-famiglia strutturata, rischiavano di aggravarsi notevolmente in una situazione di isolamento forzato in cui l’allievo e la famiglia non possono contare su adeguate attività educative e formative dirette a garantire la prosecuzione del percorso di crescita dei minori fragili.
D’altra parte, con Wide-Spread Lab, l’ente promotore ha anche deciso di sviluppare azioni volte a sostenere le micro, piccole e medie imprese del territorio, che a causa dell’emergenza sanitaria e sociale dovuta al COVID-19, hanno subito una diminuzione dell’attività lavorativa o, in molti casi, addirittura una chiusura forzata e prolungata.
La realizzazione di “Wide-Spread Lab: laboratori diffusi per ripartire insieme” è stata possibile grazie alla sensibilità della Curia di Bergamo che ha apprezzato la proattività dell’ente, ha raccolto gli scopi del progetto e gli ha destinato una parte dell’8 per mille ricevuto dalla Conferenza Episcopale Italiana, per un valore di 100 mila euro.
Di seguito vengono descritte nel dettaglio le caratteristiche dell’iniziativa Wide-Spread Lab in termini di obiettivi iniziali, pratiche e strumenti di gestione e risultati raggiunti. In particolare, i risultati raggiunti verranno presentati si attraverso dati numerici sia tramite testimonianze da parte dei protagonisti dell’esperienza.
Gli obiettivi di Wide-Spread Lab
L’iniziativa “Wide-Spread Lab: laboratori diffusi per ripartire insieme” si proponeva di avviare una sperimentazione, eventualmente replicabile e ampliabile, basata sulla creazione e lo sviluppo di laboratori diffusi nel territorio di Bergamo capaci di valorizzare il ruolo formativo delle micro, piccole e medie imprese, sostenere la formazione degli allievi e l’inclusione sociale delle loro famiglie e, nel contempo, offrire un contributo sia operativo che economico alle imprese di riferimento, a fronte dell’impegno di formazione assunto.
Per raggiungere questo obiettivo generale, AFP Patronato San Vincenzo ha studiato attività e strumenti volti a raggiungere i seguenti obiettivi specifici:
- dare la possibilità agli allievi di uscire dal distanziamento sociale, allentare lo stress emotivo che ne consegue e riprendere, in modo graduale, il loro percorso formativo e di crescita così da prevenire situazioni di fragilità o dispersione scolastica;
- sostenere economicamente le micro, piccole e medie imprese del territorio bergamasco attraverso la valorizzazione del loro tempo speso in formazione;
- migliorare e adeguare la qualità dell’offerta formativa dei Centri di Formazione Professionale anche in un contesto di emergenza come quello del lockdown;
- favorire occasioni di ricerca e sviluppo di prodotto e/o di processo tramite la messa in rete di laboratori condivisi dall’impresa e dal centro di formazione;
- raccogliere, organizzare e comunicare i risultati e l’impatto dell’iniziativa in termini di maggiore beneficio dei partecipanti al fine di permettere un’eventuale replica e sistematizzazione dell’azione.
Le pratiche e strumenti di gestione
Trattandosi di un’azione sperimentale, ideata e attuata per rispondere a una situazione di emergenza economica e sociale, Wide-Spread Lab si è delineato come un intervento intensivo e compatto realizzato nel periodo nei mesi di giugno-agosto 2020.
In un periodo, quindi, in cui a livello territoriale ci si aspettava ancora una grande scarsità di momenti formativi e educativi per i giovani, AFP Patronato San Vincenzo ha proposto a circa 260 allievi iscritti alle classi seconde delle sue tre sedi (Bergamo, Clusone e Endine) la possibilità di partecipare ad attività laboratoriali diffuse da svolgersi presso micro, piccole e medie imprese del territorio. Sono state scelte le classi seconde perché gli allievi di queste classi non avevano avuto la possibilità di svolgere nessuna esperienza di tirocinio a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19.
Una rinnovata alleanza con il tessuto produttivo del territorio è parsa sin da subito necessaria per contemperare l’esigenza di distanziamento sociale e il bisogno di mantenere attivi i percorsi di crescita personale degli allievi anche al di fuori dei laboratori della scuola.
In tal senso, anche attraverso il raccordo con le principali associazioni datoriali di categoria, quali Confindustria Bergamo, Confartigianato Imprese Bergamo e CNA Bergamo, l’ente promotore ha puntato a coinvolgere circa 110 aziende del territorio che figuravano già tra i partner storici dell’ente e che hanno mostrato interesse e disponibilità rispetto all’iniziativa “Wide-Spread Lab: laboratori diffusi per ripartire insieme” e ai suoi possibili sviluppi futuri.
La discrepanza tra il numero di allievi inizialmente individuati (circa 260) e il numero di aziende ritenute necessarie per avviare l’iniziativa (circa 110) deriva da una precisa idea dell’ente promotore. Infatti, se fino al manifestarsi della situazione di emergenza, gli allievi avevano avuto la possibilità di condividere gli spazi laboratoriali della scuola in modo sincrono e omogeneo, questa modalità non risultava più agevole in un contesto di distanziamento sociale. Da questo, con Wide-Spread Lab si è ritenuta auspicabile la formazione di gruppi di allievi (2 o 3 persone per gruppo) tali da consentire sia la condivisione tra pari dei laboratori-classe diffusi, essenziale nel percorso di crescita dei giovani, sia la distanza sociale necessaria a non permettere assembramenti presso gli spazi di lavoro delle micro, piccole e medie imprese coinvolte nell’iniziativa.
Per gestire i laboratori diffusi e realizzare abbinamenti ottimali tra gli allievi e le imprese coinvolte AFP Patronato San Vincenzo ha messo quindi a disposizione dell’iniziativa i suoi docenti più validi e motivati. Si è trattato di almeno un docente per ciascuno dei corsi, per un totale di 10 docenti, ciascuno impegnato a facilitare e gestire lo sforzo formativo condiviso tra scuola, imprese, famiglie e allievi. Il docente, supportato da tutor dell’ente, ha agito come regista della rete di laboratori diffusi diventando, da una parte, il punto di riferimento essenziale per l’allievo che non vive più una situazione formativa classica e, dall’altro, il nodo centrale che organizza le informazioni da e verso le imprese esterne coinvolte nella crescita dell’allievo.
L’ente promotore, partendo dagli obiettivi di progetto, ha individuato nel “tirocinio curricolare estivo” lo strumento normativo più adatto per la realizzazione di Wide-Spread Lab. Questo tipo di tirocinio ha permesso di lavorare sulle stesse competenze previste per il percorso formativo degli allievi, ma le ore svolte non sono state considerate nel conteggio delle ore di tirocinio previste per i percorsi formativi regionali. Le ore che gli allievi hanno svolto durante l’esperienza dei laboratori diffusi risultano quindi, a tutti gli effetti, ore in aggiunta rispetto a quelle dei corsi ordinamentali.
L’adozione del “tirocinio curricolare estivo” quale dispositivo di base per la gestione e lo sviluppo del Wide-Spread Lab ha anche rassicurato le famiglie, gli allievi e le aziende circa la chiara e definita allocazione delle responsabilità in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro in un contesto caratterizzato dall’emergenza COVID-19.
Oltre agli adempimenti normalmente previsti, AFP Patronato San Vincenzo ha ritenuto di assoluta importanza l’inclusione di una serie di attività dedicate alla sicurezza e alla prevenzione di tutti i protagonisti dell’iniziativa. Nel dettaglio, l’ente promotore ha garantito:
- un’adeguata copertura assicurativa per gli allievi coinvolti nelle attività formative svolte nei laboratori diffusi;
- la messa a disposizione di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per allievi e docenti;
- l’erogazione di un corso agli allievi per approfondire la normativa in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro a seguito dell’emergenza COVID-19;
- la verifica dell’applicazione da parte dell’azienda ospitante delle misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
I risultati raggiunti
Come detto sopra, vengono di seguito esposti i principali risultati realizzati grazie all’iniziativa “Wide-Spread Lab: laboratori diffusi per ripartire insieme”. I risultati vengono qui descritti riportando le caratteristiche del modello Wide-Spread Lab, i numeri dell’iniziativa e le testimonianze dei protagonisti dell’esperienza.
Wide-Spread Lab si è dimostrato un modello vincente nella gestione della crisi in termini di risposta ai bisogni formativi degli allievi e in termini di sostegno allo sviluppo socio-economico del territorio. Il modello si è dimostrato utile e potenzialmente replicabile nel rispondere a bisogni complessi e complementare alla formazione a distanza, che per le caratteristiche dell’IeFP non risultava di per sé sufficiente.
Nel dettaglio, l’inserimento degli allievi in laboratori pratico-manuali con finalità motivazionali e di orientamento ha permesso agli allievi di sperimentarsi in un contesto diverso rispetto a quello casalingo e teorico della Formazione a distanza a cui sono stati costretti nel periodo di lockdown e, al contempo, gli artigiani e gli imprenditori aderenti hanno beneficiato di un riconoscimento economico del loro ruolo formativo e di quotidiane occasioni di incontro con le nuove generazioni, che hanno consentito ai referenti aziendali di recepire osservazioni e commenti capaci di generare innovazione e sviluppo all’interno dei laboratori diffusi.
Se si guarda ai dati complessivi, grazie a Wide-Spread Lab nei mesi di luglio e agosto, l’ente promotore è riuscito a coinvolgere in attività formative e educative ben 152 allievi iscritti alle classi seconde degli indirizzi professionali offerti nelle sedi di Bergamo, Clusone e Endine.
Ciascun allievo, individualmente o in gruppo di 2 o 3 allievi, ha partecipato a un totale di almeno 60 ore di attività laboratoriale presso un’attività produttiva reale.
I settori formativi effettivamente coinvolti per ogni sede sono stati i seguenti:
- Bergamo: aree macchine utensili, autoriparatori, carrozzieri, grafici;
- Endine: aree estetica, acconciature, legno, amministrativo-informatico;
- Clusone: aree macchine utensili e autoriparatori.
Di seguito si presentano, sotto forma di tabella e divisi per sede, i numeri dell’iniziativa.
N. Tirocinanti accolti in azienda | Sede Bergamo | Sede Clusone | Sede Endine | |
Allievi in gruppo da 3 | 18 | 6 | ||
Allievi in gruppo da 2 | 12 | 6 | 8 | |
Allievi in formazione individuale | 64 | 22 | 16 | |
Totale Tirocinanti Coinvolti | 94 | 34 | 24 | 152 |
Totale Aziende Coinvolte | 76 | 27 | 29 | 123 |
Le testimonianze dei protagonisti
Di seguito alcune testimonianze di allievi che hanno partecipato all’iniziativa “Wide-Spread Lab: laboratori diffusi per ripartire insieme”. Tali resoconti permettono di apprezzare l’impatto positivo che l’esperienza ha avuto sul percorso di crescita degli allievi.
Lorenzo Forcella, iscritto al corso Macchine utensili del CFP di Bergamo, ha detto: “Questo progetto di laboratorio diffuso secondo me è stata un’idea bellissima, perché ho visto come funziona un’azienda, come si lavora. Ho avuto la fortuna di stare due settimane su una macchina e di imparare molte cose, dal saperla accendere e spegnere al saperla programmare. Il mio tutor mi ha fatto vedere anche i “trucchi del mestiere”. I primi giorni li ho passati a guardare come si faceva, ma poi mi sono messo io al lavoro. Ogni giorno uscivo felice perché avevo imparato una cosa nuova, come ad esempio aver messo in macchina un programma fatto da me. Una bellissima esperienza da cui ho imparato molte cose”.
Riccardo Vavassori, iscritto al corso Autoriparatori del CFP di Bergamo, ha detto: “È stata un’esperienza positiva, ho imparato molto e sono sicuro che le cose fatte mi saranno d’aiuto anche in futuro”.
Noemi Messa, iscritta al corso Acconciatura del CFP di Endine, ha detto: “Sono stata contenta di poter tornare alla normalità. Tutti i miei colleghi di lavoro sono stati molto disponibili a insegnarmi cose nuove e correggermi dove sbagliavo”.
Filippo Personeni, iscritto al corso Autoriparatori del CFP di Bergamo, ha detto: “Mi è piaciuta molto questa esperienza perché, essendo in una vera e propria officina, ho potuto capire come si svolge veramente il lavoro meccanico. A scuola, anche se i laboratori sono molto attrezzati e i professori ci insegnano molto bene, comunque non è mai come essere in una vera e propria officina. Mi è piaciuto sia perché è una nuova esperienza che non avevo mai vissuto, e anche perché ho lavorato sui mezzi pesanti che sono la mia passione. È un’esperienza che consiglierei a tutti soprattutto a chi magari è un po’ indeciso e non ha ancora ben chiaro se il percorso scolastico che ha scelto è quello giusto. Con il tirocinio si riesce a capire se questo lavoro è fatto per te”.
È sicuramente utile considerare anche il punto di vista delle 123 micro, piccole e medie imprese coinvolte nella realizzazione di Wide-Spread Lab. A ciascuna azienda partecipante, alla fine delle esperienze di tirocinio, è stato chiesto di compilare un questionario di valutazione dell’esperienza. I report hanno restituito uno scenario caratterizzato da ragazzi interessati al mondo del lavoro, disposti ad imparare e a collaborare con i colleghi, ma anche necessità di momenti formativi sul campo e di programmi scolastici in costante aggiornamento per fronteggiare l’evoluzione di quelle che sono le richieste sul fronte della conoscenza dei software e delle strategie del lavoro.
A tal proposito, don Marco Perrucchini, Direttore generale di AFP Patronato San Vincenzo, ha dichiarato che: “leggendo i vari report, l’impressione media delle 123 aziende coinvolte è che gli studenti fossero pronti per vivere queste esperienze soprattutto per quelle che vengono definite soft skills, vale a dire quelle abilità di carattere generale, che vanno dalla modalità di comportamento alla capacità di riflettere e di usare strategie di apprendimento. Certo non sono mancate difficoltà sulle conoscenze pratiche richieste, ma va detto che questi ragazzi a causa del lockdown hanno purtroppo perso a scuola molte ore di laboratorio. Ore importanti per completare la loro formazione”.
Verso un ecosistema della formazione e della produzione
In generale l’iniziativa ha raggiunto i risultati attesi e, in certi casi, ha anche prodotto risultati positivi non previsti inizialmente. Alcune aziende, visto il grado di soddisfazione dell’esperienza, hanno deciso di accogliere gli allievi in apprendistato duale art. 43. Nello specifico, gli allievi che dopo Wide-Spread Lab sono stati presi in apprendistato sono complessivamente 13.
Inoltre, mentre l’impegno formativo in azienda pensato inizialmente per ciascun allievo era di 60 ore, in fase di esecuzione l’entusiasmo di allievi e aziende per l’iniziativa ha portato alla stipula di ben 73 proroghe di tirocinio.
Forse ancor più importante dei risultati effettivi, però, è il significato di questa iniziativa. Spinti dall’esigenza di rispondere alla situazione inedita creata dalla pandemia, si è voluto sperimentare un nuovo rapporto fra la scuola e il territorio, dove la collaborazione va oltre l’alternanza scuola lavoro e diventa alleanza stabile, in cui, quasi per osmosi, la scuola entra nell’azienda e l’azienda entra nella scuola. Non a caso, da anni AFP Patronato San Vincenzo invita le aziende partner a visitare i laboratori dei propri centri di formazione e a valutare i programmi di studio offerti per suggerire miglioramenti. Tenendo conto delle loro indicazioni e con il supporto economico di reti territoriali l’ente poi aggiorna e potenzia le proprie strutture.
Di converso, l’idea del laboratorio diffuso fa riscoprire alle aziende la loro vocazione formativa responsabilizzandole anche su questo fronte. Certo, il rischio di demandare la formazione alle imprese è quello di renderla troppo specialistica, cioè limitata soltanto ai processi produttivi praticati in azienda. Ma proprio per questo, serve la collaborazione con un ente accreditato alla formazione.
L’auspicio, in sintesi, è quello di creare un vero e proprio ecosistema della formazione e della produzione dove la collaborazione fra enti di formazione e aziende sia stabile, se non altro perché il destino degli uni è strettamente collegato a quello delle altre e viceversa. Le aziende, infatti, non possono sopravvivere senza un sistema efficiente di formazione professionale che prepari i giovani alle sfide lavorative del futuro La scuola professionale, d’altra parte, non ha più senso se le aziende spariscono.
Giuseppe Alberghina
Project Manager – Ufficio Progettazione AFP Patronato San Vincenzo
Fonte: Nuova Professionalità Settembre-Ottobre 2020 1/II