Il concetto di validazione, specificamente riferito ai processi di riconoscimento e messa in valore dell’apprendimento non formale e informale, è strettamente correlato al concetto di apprendimento permanente in tutti gli aspetti della vita e alla tripartizione dell’apprendimento in: formale, non formale e informale.
Il processo di validazione rappresenta la procedura attraverso la quale le competenze acquisite in contesti di apprendimento non formali e informali possono essere evidenziate e valorizzate e quindi possono acquisire evidenza e chiarezza per il sistema socio-economico e istituzionale di riferimento.
Il quadro europeo in tema di validazione è stato oggetto di una gran quantità di definizioni ufficiali ed anche di un lungo dibattito, di natura scientifica e poi istituzionale, che a partire dalla fine degli anni 90′ ha animato l’arena europea. Oggi il tema della validazione dell’apprendimento non formale e informale rappresenta una componente stabile della strategia europea sul lifelong learning e soprattutto è parte integrante delle raccomandazioni del Parlamento Europeo. Nei diversi documenti è riaffermata la validità dell’esito di questo lungo processo, esito che si è concretizzato nel 2004 con il documento relativo ai “Principi comuni europei per la validazione dell’apprendimento non formale e informale”. Tale documento stabilisce, inoltre, alcuni “principi base” che gli Stati membri sono invitati a prendere in considerazione, su base spontanea, per consentire i processi di riconoscimento e validazione.
I principi comuni europei sono necessari per incoraggiare e guidare lo sviluppo di approcci e sistemi per l’identificazione e validazione dell’apprendimento non formale e informale affidabili e di qualità, contribuendo a rendere comparabili i differenti approcci e sistemi esistenti negli Stati Membri. Attraverso l’adozione di principi comuni si potrà favorire il trasferimento e la riconoscibilità di tutte le competenze maturate nei diversi contesti, nel pieno rispetto dei fabbisogni e delle prerogative individuali.
La definizione di un set di principi comuni dovrebbe contribuire quindi, a lungo termine, allo sviluppo di approcci di alta qualità ed economicamente praticabili per l’identificazione, la valutazione e il riconoscimento dell’apprendimento non formale e informale.
Sulla scorta delle riflessioni elaborate dal gruppo tecnico, i principi sono strutturati sulla base delle seguenti 4 voci principali:
• Diritti dell’individuo
L’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale dovrebbero, in linea di principio, avvenire su base volontaria per gli individui. La privacy e i diritti dell’individuo devono quindi essere rispettati.
• Obblighi degli attori socio-istituzionali
Gli attori principali dovrebbero decidere, in conformità ai loro diritti, responsabilità e competenze, sistemi e approcci per l’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale. Questi dovrebbero poi comprendere appropriate procedure di garanzia di qualità. Ancora, dovrebbero fornire agli individui orientamento, counseling e informazione sui sistemi e sugli approcci disponibili.
• Praticabilità e fiducia
I processi, le procedure e i criteri per l’identificazione e il riconoscimento dell’apprendimento non formale e informale devono essere giusti, trasparenti e ancorati a meccanismi di sicurezza di qualità.
• Credibilità e legittimità
I sistemi e gli approcci per l’identificazione e la validazione dell’apprendimento non formale e informale dovrebbero rispettare gli interessi legittimi e assicurare la partecipazione equilibrata dei principali stakeholders.
I processi di valutazione devono essere imparziali, e i meccanismi di valutazione devono essere predisposti in maniera tale da evitare ogni genere di conflitto e interesse. La definizione di tali principi dovrebbe evitare la standardizzazione delle misure tra i diversi Stati membri e si pone in contrasto con l’adozione di approcci di tipo top-down.
Piuttosto, per migliorare la comparabilità tra i diversi sistemi europei di riconoscimento dell’apprendimento non formale e informale sarà necessario:
• Verificare la qualità e l’affidabilità delle metodologie di validazione, affinché i tentativi di creare collegamenti tra i diversi sistemi non vadano falliti.
• Far riferimento a standard e principi già esistenti a livello nazionale e internazionale (ad esempio le norme ISO).
• Impegnarsi sul versante dei diritti individuali. Lo sviluppo di metodi per la validazione ufficiale delle esperienze di apprendimento non formale costituirà un elemento fondante per rendere l’apprendimento più “attraente” e rappresentativo per l’individuo.