Spesso i caregiver delle persone affette da demenza non sanno bene come attivare una relazione con la persona malata a seguito della diagnosi, soprattutto in questo periodo di difficoltà causato dalla pandemia. Vi sono diverse sfide per molte persone che lavorano presso le RSA o si occupano di servizi domiciliari: non sanno come gestire disturbi del comportamento quali aggressività, apatia, deliri.
Una risposta a tale necessità può essere data dal metodo Validation.
Ma in cosa consiste questa metodologia?
“Non si tratta di risolvere un “comportamento problema” quanto più di accogliere l’emozione che l’anziano ha bisogno di esprimere anche e soprattutto se questa emozione è considerata “negativa” come paura, rabbia, tristezza. Per il metodo Validation non esistono emozioni “buone” o emozioni “cattive”, ciò che sente l’anziano va accolto, poiché solo così si può veramente essere artisti con i pennelli che la vita ci offre. Non sempre possiamo decidere quali colori entreranno nella relazione, scuri o chiari che siano ma possiamo sempre e comunque decidere che cosa dipingere con la gamma cromatica che ci viene offerta.
A volte come conseguenza “positiva” di tale atteggiamento, l’anziano che viene convalidato potrà diminuire il disturbo del comportamento ma la priorità dell’operatore Validation non sarà mai il solo “contenere” un comportamento, piuttosto sarà quello di accogliere un’emozione.
Partendo da quest’ultimo concetto possiamo ben comprendere come si passi dall’atteggiamento di chi cerca di “risolvere” il problema a quello di chi “accoglie” ciò che l’anziano prova e sente: il punto di vista cambia completamente”.
Empatia, osservazione, rispetto
Si tratta di una metodologia nella quale attraverso empatia, osservazione, rispetto e soprattutto centralità della persona anziana si cerca di aiutare il caregiver a far fronte al senso di frustrazione che spesso lo colpisce.
Validation è una metodologia che si basa su importanti assunti teorici. Il metodo è stato creato da Naomi Feil a partire dagli anni ’70 e vede quali concetti cardine la teoria di Maslow in merito ai bisogni umani e la psicologia di Rogers.
“Ci sono alcuni parallelismi tra il percorso della Feil e la visione di Rogers “centrata sull’individuo”: in particolare quest’ultimo ha posto l’accento sull’importanza dell’empatia e dell’accettazione; per quanto concerne la prima possiamo affermare che bisogna entrare il più possibile “nei panni dell’altro” pur mantenendo un chiaro senso della propria identità.
Anche l’accettazione dei vissuti del grande anziano disorientato è di fondamentale importanza per un adeguato approccio: dobbiamo mantenere la persona al centro della nostra attenzione. Una persona affetta da demenza deve innanzitutto essere accettata e considerata molto più dei sintomi della sua malattia”
I principi cardine del metodo
Uno dei principi cardine del metodo riguarda proprio l’importanza dell’espressione delle emozioni: “le sensazioni dolorose che vengono espresse, riconosciute e convalidate da una persona fidata cha sa ascoltare diminuiranno. Le sensazioni dolorose che vengono ignorate e represse prenderanno forza”. Sappiamo che non è sempre facile accogliere in maniera adeguata le emozioni del grande anziano disorientato. Validation ci aiuta a “sentire” le emozioni dell’altro attraverso un lavoro profondo sul concetto di empatia e un apprendimento di alcune tecniche verbali e non verbali per “entrare” nel mondo dell’altro.
È chiaro che senza empatia le tecniche servono a ben poco, non si tratta di una “bacchetta magica” ma di un lavoro su di sé che permette di ristrutturare completamente la relazione con la persona fragile.
Date queste premesse si può facilmente comprendere come, in questo periodo storico, Validation possa essere un valido aiuto anche nell’utilizzo adeguato della tecnologia (a titolo esemplificativo video chiamate) e nel creare una cornice di riferimento empatica nonostante l’utilizzo dei dispositivi di protezione. È fondamentale rendersi conto che la relazione è ancora possibile anche utilizzando guanti e mascherine.
Come approfondire il metodo?
I corsi per apprendere il metodo sono svariati: un primo step è il corso base, per conoscere i principi di Validation.
Alcuni obiettivi che si raggiungono in questo primo percorso sono:
- conoscere il significato di empatia nella relazione di cura,
- comprendere le emozioni dell’anziano affetto da demenza,
- acquisire competenze utili a migliorare la relazione con l’anziano affetto da demenza,
- conoscere alcune tecniche verbali e non verbali,
- capire come integrare quanto appreso al fine di farne uso nel proprio lavoro all’interno dell’unità operativa.
Corso Validation sul Catalogo AFP Bergamo
Il corso che terrò, sarà in collaborazione tra l’AFP Patronato di Bergamo e l’AVO (Organizzazione Validation Autorizzata) Piccole Cose della quale sono responsabile scientifico ed è accreditato ECM.
Al termine del percorso si rilascerà attestato con marchio registrato Validation.
Il corso on-line sarà il 10 e 17 aprile dalle 9 alle 13.
Per le iscrizioni visitare il sito www.afppatronatosv.org/formazioneonline
Certificato Primo Livello Validation
Per chi volesse ulteriormente approfondire il metodo vi è la possibilità di accedere al corso certificato di primo livello Validation della durata annuale in partenza a maggio a Bergamo. A seconda della situazione sanitaria si deciderà se attivarlo in presenza oppure on-line.
Per maggiori informazioni si rimanda a www.erikaongaro.com sezione Calendario Corsi.
Entrambi i percorsi hanno un taglio non solo teorico: attiveremo esercizi per permettere la piena interiorizzazione del metodo.
Occupandomi di consulenze e formazione in ambito socio-sanitario ho sempre dato importanza non solo alla conoscenza teorica ma anche e soprattutto ad una modalità formativa improntata sul saper fare e saper essere.
La qualità del metodo Validation è garantita non solo dal Validation training Institute (organismo mondiale di supervisione delle diverse organizzazioni Validation autorizzate nazionali) ma anche a livello europeo dall’European Validation Association della quale faccio parte come unico membro italiano.
Invito chiunque fosse interessato, ad approfondire questo metodo perché come diceva Proust “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”.
A cura di Erika Ongaro