La vera sfida che le coppie si trovano ad affrontare oggi, è quella di riuscire a restare insieme in un periodo storico in cui impegnarsi in una relazione è come decidere di camminare sulle uova.
Tanti psicologi, filosofi e sociologi hanno riflettuto e disquisito sulla natura dell’amore e sulle difficoltà che la coppia incontra nei nostri giorni e altrettante possono essere le motivazioni o le ragioni alla base di questa instabilità relazionale. Ma mi trovo perfettamente concorde con lo psicologo australiano Russ Harris nell’affermare che una delle cause sia da ritrovarsi nei molti libri, finali di film, show televisivi e favole d’infanzia che nel corso degli anni hanno finito per creare vecchi e falsi miti sull’amore.
Primo fra tutti, sostiene Harris, abbiamo il mito del “PARTNER PERFETTO”. “Da qualche parte, là fuori c’è qualcuno fatto apposta per te, pensato su misura per te”. Certo, come no. Ed è lì che ti aspetta insieme a Babbo Natale. La verità è che il partner perfetto non esiste e tantomeno la coppia perfetta. Eppure, noi siamo lì che continuiamo a rimuginare sul partner che avremmo potuto avere e che non abbiamo avuto, sui difetti, sui vizi e sulle carenze del nostro partner e su come la vita potrebbe essere migliore se solo il nostro partner cambiasse. Ma questi continui giudizi negativi in che modo influenzano la nostra relazione? La rendono sana e vitale o la danneggiano? Non si sta sostenendo di dover accettare senza condizioni qualsiasi comportamento del nostro partner, è ovvio. Ma almeno proviamo a prendere le distanze da quel sistema di regole e credenze interiorizzate su come il partner “dovrebbe comportarsi” e su come dovrebbe essere la nostra relazione.
Un altro mito molto diffuso è il mito del “TU MI COMPLETI”. Alzi la mano chi non ha mai visto o non si è immedesimato nei protagonisti guardando uno dei seguenti film: Harry ti presento Sally, Il diario di Bridget Jones, Quattro matrimoni e un funerale. La frase “Tu mi completi” però, è presa da un’altra frizzante commedia intitolata “Jerry Maguire” ed è la frase che il protagonista pronuncia alla fine del film nel tentativo di dimostrare a lei che la ama. “Tu mi completi” mi fa pensare ad un partner che quindi completo non lo è: come se per raggiungere un senso di interezza e completezza interno, avessimo bisogno a tutti i costi di un’altra persona. Mi sembra un’idea poco utile e un po’rischiosa. Il rischio infatti è quello di sentirci dipendenti dall’altro e di avere difficoltà a far presente i nostri bisogni per paura dell’abbandono o del rifiuto. Anche qui la verità è che noi siamo già completi così come siamo. L’altro è un valore aggiunto, qualcuno che rende la nostra vita più ricca e vitale ma non certo qualcuno da cui la nostra vita dipende o per cui la nostra vita acquista senso e significato. Noi esistiamo e siamo completi a prescindere dall’altro e invece che “all’altra metà della mela” possiamo pensare ad una mela intera che decide di formare una coppia insieme ad un’altra mela altrettanto intera.
Il terzo mito è “L’AMORE DOVREBBE ESSERE FACILE”. L’amore è facile esattamente come è facile per un bambino di prima elementare imparare a scrivere e leggere. Mi chiedo come possa essere facile vivere in intimità e per un lungo periodo con un partner che potrebbe avere: una diversa storia di vita, diversi interessi, diverse opinioni su soldi, lavoro, famiglia, sesso, religione, tempo libero, diversi standard su pulizia e ordine, amici e parenti con cui potremmo non andare d’accordo, abitudini di vita diverse e radicate. Sembra tutt’altro che facile. Certo, ci sono sicuramente coppie che hanno più cose in comune di altre, coppie che hanno interessi simili e che in quanto tali avranno più facilità nell’accordarsi. Ma ci saranno sempre delle differenze che metteranno alla prova la vostra relazione. Nel film “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese c’è una frase che può aiutarci a capire quanto appena detto: “Ho imparato a saper disinnescare, a non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia[…]le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due riesce a fare un passo indietro e…invece sta un passo avanti”. Nelle relazioni le parole chiavi sono negoziazione, compromesso, comunicazione, accettazione delle differenze. Ed è proprio per questo, che ben lungi dall’essere facile, l’amore è un eterno, faticoso e delicato equilibrio tra il dare ascolto alle nostre esigenze e il metterle da parte per scendere ad un compromesso.
Infine, come non citare l’ultimo e più amato dei miti sull’amore: “L’AMORE E’ ETERNO”. Esiste davvero l’amore eterno? Forse questa è la classica domanda da un milione di dollari. Ognuno al riguardo si sarà formato la propria opinione ma è certo che se intendiamo l’amore come uno stato emotivo, un mix esplosivo di pensieri, sensazioni ed emozioni allora è davvero difficile che duri per sempre. Per definizione le emozioni e gli stati emotivi hanno un inizio ed una fine e se pensiamo all’amore in questo senso allora è difficile che duri per sempre. È vero che nei primi giorni di una relazione i sentimenti d’amore sono molto intensi, durano più a lungo e ci fanno sentire al settimo cielo. Ma questo stato di cose definito spesso come “luna di miele” non è destinato a durare a lungo: generalmente va dai 6 ai 18 mesi e raramente oltre i 3 anni. Quando questo stato di cose finisce può capitare di sperimentare un senso di perdita e di vuoto tale da farci credere di non essere più innamorati o che il partner sia cambiato e che non sia quello giusto. Non a caso molte relazioni finiscono tra il secondo e il terzo anno di vita. Ciò che molti poeti, cantautori e registi sembrano ignorare è che una relazione genuina e autentica inizia solo al terminare della fase della luna di miele. Una volta finita la fase “luna di miele” è come se ci accorgessimo per la prima volta che il mantello azzurro del principe è un po’scolorito, che il cavallo bianco forse assomiglia di più ad un asino grigio, che i lunghi riccioli biondi sono in realtà una parrucca e che l’abito di seta della principessa è solo un abito di nylon economico. Ma è proprio in questo momento che nasce la possibilità di costruire una relazione intima e autentica in cui i sentimenti d’amore saranno forse meno intensi ma più duraturi e soddisfacenti.
Allora, proprio come suggerisce Harris, possiamo pensare all’amore non come un sentimento ma come un’azione. Il sentimento di amore va e viene come il vento e spesso non è sotto il nostro controllo. L’azione d’amore invece è qualcosa che possiamo fare, al di là di come ci sentiamo. Possiamo decidere di agire con amore anche quando non proviamo amore e possiamo farlo per sempre. Probabilmente lo abbiamo già fatto in passato per altri sentimenti: ad esempio possiamo aver agito con fiducia pur sentendoci in ansia o aver mostrato indifferenza pur sentendoci feriti. Se litighiamo con il nostro partner possiamo scegliere di continuare a litigare per affermare le nostre ragioni così da deteriorare la nostra relazione oppure far passare qualche minuto perché le acque si calmino e andare a sederci accanto al nostro partner mostrando un comportamento affettuoso. Non è importante se ci sentiamo ancora molto arrabbiati, frustrati e desiderosi di continuare a litigare: possiamo scegliere comunque di adottare un comportamento amorevole. Dopo qualche minuto ci accorgeremo che i sentimenti di rabbia, proprio come tutti gli altri sentimenti, inizieranno ad attenuarsi e che la nostra relazione ne avrà beneficiato. Possiamo dunque intraprendere azioni d’amore ovunque per tutto il resto della nostra vita a prescindere da come ci sentiamo. E se l’amore è un insieme di azioni che decidiamo di mettere in atto allora ha tutte le caratteristiche per durare in eterno. E voi quante azioni d’amore avete compiuto nella vostra relazione?
Autore: Linda Intreccialagli Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale e Segretario Aidas “Associazione italiana disturbi dell’Ansia Sociale”, lavora presso il III Centro di Psicoterapia Cognitiva e presso lo Studio Clinico Ciampino, è docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva APC.
Fonti bibliografiche: Russ Harris “Se la coppia è in crisi”, FrancoAngeli, 2011