Da un punto di vista matematico sembra sensato affermare che se Mario impiega diecimila ore a imparare un mestiere e Carlo impiega lo stesso tempo per impararne quattro diversi è destinato ad essere meno “qualificato”, cioè più mediocre in quel che fa, giusto?
La tesi è basata sull’idea che la pratica sia l’unica qualità che conta. La tecnica è importante, ma non è l’unico criterio di valutazione per capire se avremo successo, se costruiremo una carriera felice o daremo il nostro contributo alla società.
I multipotenziali hanno un bagaglio di risorse e tra queste cinque punti di forza.
1- Sintesi delle idee: hanno una eccellente capacità di sintesi che può sfociare in risultati del tutto originali e può essere utile a gestire problemi con soluzioni del tutto nuove.
2- Apprendimento veloce: la curiosità intellettuale è alla base del multipotenzialismo e come i neuro-scienziati hanno affermato “ciò che non si usa si perde”, cioè se non usi una certa competenza ( o parte del cervello), in futuro sarà più difficile sfruttarla di nuovo.
3- Adattabilità: essere adattabili rende più resilienti in un’economia instabile e in rapida evoluzione; nell’era della post recessione, l’adattabilità non è solo un punto di forza ma una necessità.
4- Visione d’insieme: la capacità di guardare le cose da una certa distanza e riflettere sui problemi in maniera olistica è una grande risorsa nel mercato del lavoro, perché permette di intuire sia le opportunità sia le potenziali complicazioni, analizzare le conoscenze a disposizione ed essere lungimiranti.
5- Collegare e tradurre: i multipotenziali sono “connettori” per natura, si relazionano emotivamente con gli altri aiutandoli a capire come entrare in empatia tra loro. Spesso sono definiti “costruttori di ponti” per la facilità di dialogo e gestione di team multidisciplinari.
I multipotenziali ( Aristotele, B. Franklin, L. da Vinci ecc) sono sempre stati degli innovatori, avere più interessi ti rende, in qualche modo, più predisposto all’innovazione.
Fonte: dal libro “Diventa chi Sei” di Emilie Wapnick