Il Consiglio dei ministri ha presentato un disegno di legge che mira a mettere ordine nel lavoro autonomo e a garantire nuove tutele. Si parla di più garanzie in caso di maternità e malattie, di deducibilità fiscale dei corsi di aggiornamento, di allungamento dei congedi parentali e della possibilità di accesso ai fondi europei da parte dei piccoli imprenditori.
Le tutele passano anche attraverso il divieto di rifiutare, da parte del datore dei lavoro, la stipula del contratto per iscritto. In questo modo sarà impossibile assistere a modifiche ‘unilaterali’ e ‘senza congruo preavviso’ delle condizioni.
Le spese sostenute per ottenere certificazioni professionali o finalizzate all’inserimento o reinserimento del lavoratore autonomo nel mercato del lavoro saranno deducibili al 100% fino a un massimo di 5 mila euro.
Inoltre, quando si parlerà di accesso ‘ai programmi operativi regionali e nazionali a valere sui fondi strutturali europei’, i lavoratori autonomi verranno ‘equiparati alle piccole e medie imprese’.
Il disegno di legge ‘Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato’ non è ancora legge: ora dovrà passare per l’esame del parlamento e venire approvato dalle camere. Intanto arrivano le prime reazioni, positive, da una nota aongiunta di Acta, Alta partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni; le associazioni dei free-lance esprimono soddisfazione per questo disegno di legge, lo considerano: ‘una battaglia vinta per 2 milioni di lavoratori che attendevano da tempo una norma che mettesse la parola fine alle disparità nel mercato del lavoro’; parlano di un vero e proprio ‘atto di equità che riconosce il valore e la dignità del lavoro autonomo e professionale’.
Ai lavoratori autonomi non si applicano infatti le tutele previste per i lavoratori dipendenti; quella che un tempo era una fascia ‘alta’ del lavoro, fatta di professionisti, si è allargata a dismisura, includendo anche tante ‘false partite iva’, cioè lavoratori ‘costretti’ ad aprile la partita IVA anche quando svolgono di fatto un lavoro subordinato.
Nel disegno di legge si introduce anche il concetto di lavoro ‘agile’, che ‘consiste in una prestazione di lavoro subordinato che può essere eseguita in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.’
E tra le ultime riforme in materia di lavoro ricordiamo l’istituzione del voucher per pagare la baby sitter destinato alle mamme lavoratrici, sia dipendenti che autonome.